#Recensione – “Incubo” di Wulf Dorn

A volte leggi perché devi, o semplicemente per sfoltire quella famosa pila di libri che hai lì da chissà quanti anni. Ma non sempre ti capitano tra le mani romanzi che ti colpiscono, che lasciano il segno. E, ovviamente, nonostante la pila di cui sopra, mica smetti di acquistare.
Almeno, io non ci riesco e mai lo farò: se vedo un libro che mi attira, devo averlo. Non importa se altri trecento mi stanno aspettando a casa.
E così, appena ho visto che il caro Dorn aveva scritto un nuovo thriller, ho aperto il pc e l’ho ordinato.
In poche parole: è stato una boccata d’aria fresca.
Dopo aver letto libri che mi ero imposta di leggere, ma che non mi avevano particolarmente entusiasmata, ho divorato “Incubo” in pochi giorni.
La storia è quella di Simon, un ragazzo che da poco ha perso i genitori in un incidente d’auto in cui solo lui è sopravvissuto. Scioccato dalla tragedia, passa un periodo di riabilitazione in clinica, a seguito del quale si trasferisce a casa della zia Tilia, la sua madrina, a Fahlenberg. Con lei vive anche il fratello Michael che con Simon ha sempre avuto un rapporto molto stretto.
Simon, nonostante sia stato aiutato da degli psicologi durante la riabilitazione, è perseguitato da un incubo ricorrente e da numerose allucinazioni. L’unica cosa che sembra dargli sollievo è la vicinanza al fratello, ormai suo unico pilastro. Ma quando scopre che Mike ha tutta l’intenzione di trasferirsi in un’altra città con Melina, la nuova fidanzata, il suo mondo crolla di nuovo.
Nel frattempo, a Fahlenberg accadono cose molto inquietanti: una ragazza è scomparsa nel bosco e nessuno sa chi è stato a rapirla. Ma quando anche Melina viene ritrovata ferita ed incosciente nel bosco, è proprio Mike a diventare il sospettato principale.
E’ così che Simon inizia una sua indagine personale aiutato da Caro, l’unica ragazza della zona che riesce ad entrare in sintonia con lui.
La storia mi ha letteralmente coinvolta: i capitoli brevi si prestano benissimo ad una lettura scorrevole e adatta al periodo estivo. Dorn è molto bravo a costruire delle certezze nel lettore per poi smontarle nelle ultime pagine.
Devo dire che stavolta ho trovato il finale meno stupefacente rispetto al solito; ne “La psichiatra”, ad esempio, le ultime pagine mi hanno lasciata a bocca aperta, mentre qui non sono rimasta poi tanto sorpresa.
Io comunque ve lo consiglio, anche perché questo secondo me è uno degli autori contemporanei che più merita di essere letto.
Se lo avete letto anche voi o avete intenzione di farlo fatemi sapere!
SPOILER, SE NON AVETE FINITO “INCUBO” NON LEGGETE:
Il finale mi ha ucciso, seriamente. Mi ha intristito di brutto. Ma non poteva esistere Caro? Certo che no. Non poteva essere Mike il killer (Henning era troppo ovvio)? Ho pensato: è un meccanico, non andava d’accordo coi suoi genitori, poteva aver tagliato i freni all’auto della sua famiglia, e poteva anche aver usato l’auto di Henning (mettiamo che fosse in riparazione presso la sua officina?).
E invece no. Caro è morta ed esiste solo per Simon; il ragazzo ha ucciso i suoi genitori, e alla fine del libro si rinchiude per sempre nella sua mente, nei suoi ricordi felici.
Porca puttana, anche se divoro storie horror e le scrivo io stesso, questo finale mi ha annichilito dentro.
Dovevo sfogarmi da qualche parte.
Wulf Dorn, sei proprio uno stronzo XD